storia della fotografia

Vivian Maier

La prima volta che ho letto della scoperta dei negativi di Vivian Maier non ho potuto far a meno di pensare ad alcuni miei amici scrittori che si lamentano del fatto di non riuscire a sbarcare il lunario pubblicando libri. Alcuni di loro arrivano a sfornare anche più di un libro all’anno, ma niente: di diventare scrittori professionisti non se ne parla proprio, di cultura non riescono a campare, dicono loro…

Vivian Maier non è mai stata una fotografa professionista, non sappiamo nemmeno se quest’idea le sia passata per la testa, lei faceva la bambinaia e con il suo stipendio da tata si era comprata la sua prima Rolleiflex nel 1952. Nel corso della sua “carriera” da fotoamatrice ha usato le seguenti macchine fotografiche: Rolleiflex 3.5T, Rolleiflex 3.5F, Rolleiflex 2.8C, Rolleiflex Automat, Leica IIIc, Ihagee Exakta, Zeiss Contarex e altre reflex.

Vivian Maier fotografava per passione. Le piaceva uscire in strada a fotografare, fotografare e fotografare! Utilizzava pellicole Kodak Tri-X ed Ektachrome e ci ha lasciato in eredità circa centomila immagini, tra negativi e diapositive. Oltre duemila negativi non li aveva nemmeno sviluppati.

L’opera di Vivian Maier è stata scoperta nel 2007 da John Maloof, che per primo si è adoperato per rendere pubbliche le sue fotografie e per promuoverle. La Maier non è mai stata una fotografa professionista ed ha riscosso un successo planetario solo dopo la sua morte, grazie anche al lavoro di promozione svolto proprio da John Maloof. (Maloof acquistò un box zeppo degli oggetti più disparati, espropriati per legge proprio alla Maier che aveva smesso di pagare i canoni di affitto. Mettendo ordine tra le varie cianfrusaglie, Maloof reperì una cassa contenente centinaia di negativi e rullini ancora da sviluppare).

Il 1 gennaio 2009 John Maloof scriveva sul suo account su Flickr:

This is my favorite picture of vintage Chicago. I have tons of vintage negatives from Chicago in the 50s and 60s from Vivian and this one really inspires me as a street photographer. The original negative scan has way more detail, as you can imagine.

e successivamente pubblicò il seguente messaggio:

I purchased a giant lot of negatives from a small auction house here in Chicago. It is the work of Vivian Maier, a French born photographer who recently past away in April of 2009 in Chicago, where she resided. I opened a blogspot blog with her work here; www.vivianmaier.com.

Seguendo questa lunga discussione si può leggere tutta la vicenda che ha spinto John Maloof a promuovere e divulgare tutta l’opera di Vivian Maier.

I have a ton of her work (about 30-40,000 negatives) which ranges in dates from the 1950’s-1970’s. I guess my question is, what do I do with this stuff? Check out the blog. Is this type of work worthy of exhibitions, a book? Or do bodies of work like this come up often? (La discussione continua su Flicker)

Era solita riprendere i soggetti in situazioni reali e spontanee, ma anche in posa, in luoghi pubblici, mettendo così in evidenza alcuni aspetti della società. Era schiva e per questo è curioso il fatto che tra i negativi che ci ha lasciato molti sono suoi autoritratti, spesso effettuati allo specchio o sfruttando i riflessi delle vetrine dei negozi.

Dal 2010 ad oggi le fotografie della Maier sono state esposte in Danimarca, in Norvegia, negli Stati Uniti, in Francia, in Inghilterra, in Olanda, in Ungheria, in Italia, in Belgio, in Russia, in Canada, in Svezia, in Australia, in Spagna, in Brasile, in Corea del Sud, in Cile, in Cina e in Svizzera.

Quindi… che vi posso dire, miei cari amici scrittori? è proprio così importante essere degli scrittori professionisti?

Libri di Vivian Maier
Vivian Maier. Una fotografa ritrovata
Vivian Maier: Street Photographer

DVD su Vivian Maier
Alla ricerca di Vivian Maier. La tata con la Rolleiflex. DVD. Con libro