etica in fotografia

Christopher Anderson: sono un fotografo, non un photojournalist

Ho ascoltato con interesse un’intervista che Jian Ghomeshi di QTV ha realizzato al fotografo Christopher Anderson.

Quest’ultimo non crede nell’oggettività della fotografia ed afferma che le immagini da lui realizzate rappresentano il suo punto di vista riguardo ad un evento o ad una situazione di cui è stato testimone.

Per cercare di spiegarsi in modo più chiaro, fa un paragone con il giornalismo scritto: il suo lavoro si avvicina più a quello di un’editorialista, che a quello di un giornalista di cronaca.
Con le sue immagini, non vuole semplicemente documentare la realtà, ma si propone di commentarla.

Christopher Anderson sostiene di esprimere le proprie opinioni utilizzando come strumento la macchina fotografica. Crede che sia molto importante, per un fotografo, comunicare al pubblico il proprio punto di vista sui fatti a cui ha assistito di persona. Allo stesso tempo però, ritiene fondamentale che questo processo avvenga nel modo più onesto possibile, senza “imbrogliare”.

Per chi conosce l’inglese è possibile leggere i commenti relativi a questa intervista scritti da altri fotografi della Magnum (Alec Soth, John Vink, lo stesso Anderson ed altri visitatori del blog della Magnum): qui