etica in fotografia

Il business delle Olimpiadi ed il fotoreporter embedded

Il British Journal of Photography (link) riporta un’intervista a Stuart Franklin, presidente dell’agenzia fotografica Magnum, che spiega i motivi per cui si è rifiutato di firmare un contratto, che garantisse ai membri della cooperativa la possibilità di fotografare il sito Olimpico di Londra 2012.

Secondo quanto riportato dalla rivista, Franklin ha riferito che per via di alcune clausole presenti nel contratto, nessuna organizzazione interessata alla fotografia di documentazione di qualità dovrebbe prendere in considerazione quella proposta…

I motivi del rifiuto riguardano i seguenti aspetti:

1) la cessione dei diritti d’autore relativi alle immagini all’Olympic Delivery Authority;

2) l’esplicita richiesta di non fare nulla che potrebbe nuocere o arrecare imbarazzo agli organizzatori o agli sponsor ufficiali;

3) la richiesta da parte dell’Olympic Delivery Authority di poter modificare, alterare, adattare il lavoro dei fotografi;

4) il linguaggio utilizzato dall’ODA nelle comunicazioni, quando si riferisce alle agenzie fotografiche le indica con il termine “fornitori”.

Leggendo l’articolo intitolato Magnum snubs Olympics, pubblicato sul sito del The British Journal of Photography, mi viene in mente il termine utilizzato per indicare i giornalisti al seguito delle truppe americane in guerra: “embedded“.

Mi piacerebbe leggere da qualche parte una risposta pubblica da parte del Comitato Olimpico di Londra 2012.

Argomento correlato:
il libro fotografico di Stuart Franklin: “La città dinamica