etica in fotografia

Fotogiornalismo: la zona grigia dell’etica

Inaugurazione restauri del Campanile Quello che sto fotografando è vero o è una messa in scena creata appositamente per me?

Quando si fotografa ad un’inaugurazione, persone, politici, professionisti, ecc. si mettono letteralmente in posa per la cerimonia del taglio del nastro.

Lo fanno spontaneamente, senza che nessuno glielo richieda.

In un caso come questo la presenza dei fotografi influenza la scena, o no?!

Se non ci fosse un fotografo dall’altra parte del nastro, i politici si metterebbero in posa? Si comporterebbero allo stesso modo?

Alle inaugurazioni, alle conferenze stampa ed alle premiazioni di tante manifestazioni, sento spesso dire questa frase: “Mettiamoci in posa, per la gioia dei fotografi“.

Data questa premessa, la foto che ne risulterebbe, potrebbe essere buona per un album dei ricordi, ma non per fare la cronaca di un evento. Eppure, centinaia di immagini, che vengono pubblicate quotidianamente dai giornali, sono di questo tipo: scene create, più o meno spontaneamente, per “la gioia dei fotografi”. I lettori dovrebbero lamentarsi?

Questo tipo di immagini non fanno tanto la gioia dei fotografi, che sono lì semplicemente per raccontare un fatto tramite l’immagine fotografica, ma piuttosto quella degli organizzatori degli eventi, dei politici, dei vincitori di una competizione, ben felici di apparire su giornali, riviste, ecc.

Caresana In questi casi, per descrivere onestamente l’evento, forse, sarebbe opportuno immortalare anche chi sta fotografando, poiché è parte importante del paesaggio.

Non saprei dire di chi sia veramente la responsabilità, quando quella che dovrebbe essere una fotografia di reportage si trasforma in una fotoricordo, buona solo per l’album di famiglia, ma posso affermare con certezza che i giornali locali ne sono pieni.
(Colpa – ammesso che sia una colpa – di chi scatta le foto? di chi le pubblica? di chi legge i giornali? di chi si mette in posa?)

Se siete curiosi e volete sapere dove, quando ed in quale occasione ho scattato queste due fotografie, non temete, la vostra fame di conoscenza sarà saziata, cliccando qui (la prima) e qui (la seconda).

Un pensiero su “Fotogiornalismo: la zona grigia dell’etica

  • purtroppo c’e’ una profonda ignoranza per tutto cio’ che concerne il fotogiornalismo, specialmente in Italia. E’ cosi’: quando le persone sanno di essere fotografate agiscono in modo diverso, ed e’ un enorme problema per il fotoreporter che deve scattare le immagini.
    Bisognerebbe educare la gente diceno che il fotografo sta eseguendo il suo lavoro e che nessuno deve modificare le proprie azioni . Il fotoreporter da parte sua deve comunque fotografare una situazione che e’ reale ma che non e’ esattamente la realta’. Da parte sua dovrebbe fermarsi e avere l’occasione di poter far capire alla gente di comportarsi come se lui non ci fosse. Dopodiche’ fotografare.